Natura

La flora delle Alpi Orobie è in gran parte comune a molte altre vallate alpine, ma osservando attentamente si trovano due vere e proprie perle botaniche, la Viola comollia e la Sanguisorba dodecandra, presenti sulla catena orobica e da nessun’altra parte. Il merito di ciò è da riferirsi alle grandi glaciazioni del periodo Quaternario, in cui la Valtellina si trovava completamente ricoperta dai ghiacci. Molte specie trovarono rifugio in zone più riparate o lungo le sommità che emergevano isolate dai ghiacci, dove rimasero così isolate per migliaia di anni, differenziandosi lentissimamente dalle loro cugine.

 

Sanguisorba dodecandra

La Sanguisorba dodecandra è una specie erbacea perenne della famiglia delle Rosaceae, è una pianta acidofila caratterizzata da un'abbondanza notevole per una specie endemica, infatti si trova spesso ad essere dominante nelle comunità vegetali in cui cresce. Può essere trovata tra i 1000 e 2300 m di altitudine, dove tende a colonizzare estese superfici. Preferendo ambienti molto umidi, cresce nei pressi di fiumi o laghi alpini, prati umidi, fondi di canaloni da valanga e rocce su cui scorre l’acqua. Il suo areale è caratterizzato da una distribuzione diffusa nei versanti orobici valtellinesi, mentre più discontinua con stazioni puntiformi piuttosto sparse nel lato bergamasco. Sulle Alpi Retiche la specie è stata rilevata in due stazioni isolate (Boirolo e Chiareggio) ed in Val di Togno. Su queste montagne la sanguisorba è stata involontariamente portata dall’uomo che, spostando il bestiame dalle Orobie agli alpeggi retici, ha trasportato con loro anche i semi di questa pianta endemica.
Si ritiene che il fattore limitante della diffusione di Sanguisorba dodecandra sia l'umidità dell'aria; infatti, questa specie, nelle zone con limitata disponibilità di acqua a livello del suolo, potrebbe sfruttare la nebbia per sopravvivere. La necessità di un'elevata umidità atmosferica potrebbe spiegare il suo confinamento nelle Alpi orobiche, solitamente più umide rispetto ad altre zone della Lombardia e delle Alpi. 
La sanguisorba è conosciuta tra gli agricoltori ed allevatori per essere un’ottima pianta da foraggio, con un elevata appetibilità per le mucche, e si dice garantisca la produzione di formaggio e burro di qualità. Allo stesso tempo il ritrovamento di polline nel miele di montagna suggerisce che l’ape sia tra i suoi impollinatori.

 

Viola comollia

La Viola comollia, come suggerisce il nome, è uno splendido fiore della famiglia delle Violaceae che vive in piccole colonie su ghiaioni e morene d’alta quota, dove il microclima alpino-nivale è assicurato dalla presenza di ghiacciai e nevai.
La distribuzione discontinua di questa pianta, ad oggi limitata a stazioni in Val Brembana, Val Seriana e sul versante valtellinese in Val d’Arigna e Val Belviso, è strettamente legata alla sua bassissima capacità di dispersione. Oltre alla riproduzione vegetativa tramite stoloni, la viola auto-disperde i propri semi tramite la loro espulsione fisica, che può raggiungere solo le immediate vicinanze della pianta madre, oppure sfruttando il lavoro delle formiche, che opportunisticamente trasportano i suoi semi.

Purtroppo, alcuni fattori minacciano questa pianta già rara, sono prevalentemente la raccolta a fini collezionistici lungo i sentieri e le infrastrutture turistiche, e la frammentazione e l’alterazione del proprio habitat a seguito dei cambiamenti climatici ed il ritiro dei ghiacciai.

 

 

Bibliografia

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